miércoles, 3 de diciembre de 2008

El Sexto Derecho


Alguna vez hablé ya de los Droits imprescriptibles du lecteur. Por una u otra razón, volví a encontrarme con ellos y quise postear el 6to, "El derecho al bovarismo (enfermedad textualmente contagiosa)". Disculpen que esté en italiano, pero es así que lo tengo, así lo leí por primera vez, así lo transcribo.

Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)

È questo, a grandi linee, il "bovarismo", la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni: L'immaginazione che si dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende, l'adrenalina che sprizza, l'identificazione che diventa totale e il cervello que prende (momentaneamente) le lucciole del quotidiano per le lanterne dell'universo romanzesco.

È il nostro primo stato di lettori.

Delizioso.

Ma piuttosto impressionante per l'osservatore adulto che il più delle volte si affretta a sbandierare un "buon tittolo" sotto il naso del giovane bovarista, esclamando: "Ma insomma, Maupassant è ben 'meglio', no?".

Calma... non bisogna a propia volta cedere al bovarismo, bisogna dirsi che in fondo Emma era solo un personaggio di romanzo, cioè il prodotto di un determinismo dove le cause suscitate da Gustave producevano solo gli effeti -per quanto veri- desiderati da Falubert.

In alti termini, il fatto che mia figlia faccia collezione di libri Harmony non significa che finirà col trangugiare mestolate di arsenico.

A questo stadio delle sue letture, forzarla vuol dire perdere il contatto con lei rinnegando la nostra stessa adolescenza. E privarla dell' incomparabile piacere di scoprire lei stessa, un domani, gli stereotipi che oggi sembrano avvincerla.

È cosa alquanto saggia riconciliarsi con la propia adolescenza, mentre odiare, disprezzare, rinnegare o semplicemente dimenticare l'adolescente che fummo è in sé un atteggiamento adolescente, una concezione dell' adolescenza come malattia mortale.

Da ciò la necessità di ricordare le nostre prime emozioni di lettore, e di alzare un piccolo altare alle nostre letture di un tempo, comprese le più "stupide", che svolgono il ruolo inestimabile di commuovverci di ciò che fummo ridendo di quel che ci commuoveva. Le ragazze e i ragazzi che vivono accanto a noi ci guadagneranno a colpo sicuro in rispetto e in tenerezza.

E ricordarsi inoltre che il bovarismo è una delle cose più diffuse nel mondo, ma è sempre nell' altro che lo vediamo. Mentre vituperiamo la stupidità delle letture adolescenti, non è raro che collaboriamo al successo di uno scrittore telegenico di cui ci faremo beffe appena sarà passato di moda. Gli idoli letterari si spiegano ampiamente con la nostra alternanza di infatuazioni illuminate e rinnegamenti perspicaci.

Mai ingenui, sempre lucidi, passiamo il nostro tempo a succedere a noi stessi, eternamente convinti che madame Bovary sia l'altro.

Anche Emma doveva pensarla così. 

- Daniel Pennac